martedì 28 agosto 2007

STRUMENTI E MODULISTICA
CERTIFICAZIONE
che cos’è: l’attestazione di deficit secondo il sistema diagnostico ICD 10.
cosa contiene: diagnosi descritta secondo codici dei cinque assi, (disabilità, relazione, comunicazione, apprendimento, motoria).
chi la redige: operatori dei servizi distrettuali integrati per l’Età Evolutiva. All’individuazione dell’alunno come persona handicappata al fine di assicurare l’esercizio del diritto all’educazione, all’istruzione e all’integrazione scolastica, di cui agli articoli 12 e 13 della Legge 104 del 1992, provvede lo specialista, su segnalazione ai servizi di base, anche da parte del competente Capo d’Istituto, ovvero lo psicologo esperto dell’età evolutiva, in servizio presso le ASL, che riferiscono alle direzioni sanitaria ed amministrativa, per i successivi adempimenti, entro il termine di 10 giorni dalle segnalazioni.
La richiesta della certificazione compete esclusivamente ai genitori o a chi esercita la patria potestà. Nel caso in cui i docenti all’inizio dell’anno scolastico accertino la presenza in classe di un alunno che abbia difficoltà di apprendimento o di relazioni tali da poter ritenere che possa trovarsi nelle condizioni di handicap devono informare la famiglia per l’avvio della prassi prevista al fine di ottenere le dovute previdenze; qualora la famiglia si rifiuti di far certificare l’alunno, il Capo d’Istituto deve informare i Servizi Sanitari per l’eventuale intervento del Tribunale dei Minori.
quando viene redatta: è formulata nel momento in cui l’alunno in situazione di handicap accede ai servizi dell’ASL.
a cosa serve: Il documento, vincolato dalla normativa in materia di segreto professionale, è necessario a dare avvio all’integrazione scolastica.

DIAGNOSI FUNZIONALE
Che cos’è: E’ il documento che dà la descrizione analitica della compromissione dello stato psicofisico dell’alunno
Che cosa contiene: Formulata da un’unità multidisciplinare (medico specialista della patologia segnalata, Specialista in Neuropsichiatria infantile, terapista della riabilitazione, operatori sociali in servizio presso l’unità sanitaria locale) è articolata in:
- anamnesi fisiologica e patologica prossima e remota del soggetto con particolare riferimento alla nascita, nonchè alle fasi di sviluppo neuro/psicologico, alle malattie, alle vaccinazioni, agli eventuali interventi di ospedalizzazione, agli eventuali programmi terapeutici in atto...ecc.
Diventa fondamentale per gli insegnanti sapere quanto le condizioni fisiche dell’alunno siano evolute positivamente o se via sia una tendenza al peggioramento;
- diagnosi clinica, redatta dal medico specialista nella patologia segnalata, esprime le conseguenze funzionali dell’infermità, indicando le previsioni dell’evoluzione naturale.
Deriva dall’acquisizione di elementi clinici e psicosociali acquisiti, i primi, tramite la visita medica diretta dell’alunno, i secondi, attraverso una specifica relazione in cui siano compresi:
- i dati anagrafici del soggetto;
- i dati relativi alle caratteristiche della famiglia.
Essendo finalizzata al recupero del soggetto portatore di handicap, deve tener particolarmente conto delle potenzialità registrabili in ordine ai seguenti aspetti:
a) cognitivo: livello di sviluppo raggiunto e capacità di integrazione delle competenze;
b) affettivo-relazionale: livello di autostima e rapporto con gli altri;
c) linguistico: comprensione, produzione e linguaggi alternativi;
d) sensoriale: tipo e grado di deficit con particolare riferimento a: vista, udito, tatto, ma anche ad olfatto e gusto;
e) motorio-prassico: motricità globale e motricità fine;
f) neuropsicologico: memoria, attenzione e organizzazione spazio temporale e relazionale;
g) autonomia personale e sociale.
Chi la redige: La Diagnosi funzionale è stilata dall’Unità Multidisciplinare dell’ASL al termine di un iter che comprende:
- la segnalazione del caso, che avviene a cura della famiglia anche su suggerimento del pediatra di base o della scuola, al servizio di neuropsichitria del territorio;
- la diagnosi clinica, che è effettuata dall’ASL;
- la valutazione del deficit individuato, per definire se esso qualifichi la persona come diversamente abile;
- la sottoscrizione di un modulo da parte dei genitori, in cui essi esprimono parere favorevole alla stesura della diagnosi funzionale;
- la stesura, a cura dell’Unità Multidisciplinare della stessa ASL; tale documento viene consegnato ai genitori e da essi alla scuola e rappresenta l’atto formale che attiva tutti i benefici e tutte le procedure dell’integrazione.
Quando viene redatto: nel momento in cui l’alunno in situazione di handicap accede ai servizi dell’ASL e nei passaggi da un ordine di scuola all’altro.
A cosa serve: essa ha come obiettivo fondamentale la conoscenza più estesa e approfondita possibile dell’alunno in difficoltà, conoscenza finalizzata alla realizzazione di attività didattiche significative ed efficaci.
Il compito dell’insegnante consiste nello studiare i dettagli che gli permettono di organizzarsi stenedendo un piano di priorità a partire dalle condizioni di partenza. Distinguere dove apparentemente non è possibile ottenere nulla da dove concentrare il proprio lavoro di costruzione e ricostruzione. Puntare sulle risorse dove si manifestano cenni di vitalità e sfruttarle per scoprirne di nascoste.

PDF Profilo Dinamico Funzionale
Che cos’è: è l’atto successivo alla Diagnosi Funzionale e raccoglie la sintesi conoscitiva dell’alunno.
Cosa contiene: descrive analiticamente la situazione iniziale e gli obiettivi educativi generali a breve e medio termine e va predisposto attraverso competenze plurime e interistituzionali.
Ha un carattere “previsionale” poiché ipotizza le possibili risposte dell’alunno alle stimolazioni e agli interventi proponibili anche in campo didattico.
Descrive i livelli di funzionalità, le dinamiche relazionali, gli apprendimenti, il quadro evolutivo e i potenziali di sviluppo (cognitivo, affettivo, comunicazionale, linguistico, sensoriale, motorio-prassico, neuropsicologico, autonomia e apprendimento).
Comprende:
- la descrizione funzionale dell’alunno in relazione alle difficoltà che l’alunno dimostra di incontrare nelle varie attività;
- l’analisi dello sviluppo potenziale dell’alunno a breve e medio termine, desunto dall’esame dei seguenti parametri:
a) cognitivo, esaminato nelle potenzialità esprimibili in relazione al livello di sviluppo raggiunto, alle strategie utilizzate per la soluzione dei compiti propri della fascia d’età, allo stile cognitivo, alla capacità di usare, in modo
integrato competenze diverse;
b) affettivo-relazionale, esaminato nelle potenzialità esprimibili rispetto all’area del sé, al rapporto con gli altri, alle motivazioni dei rapporti e dell’atteggiamento rispetto all’apprendimento scolastico, con i suoi diversi interlocutori;
c) comunicazionale, esaminato nelle potenzialità esprimibili in relazione alle modalità di interazione, ai contenuti prevalenti, ai mezzi privilegiati;
d) linguistico,esaminato nelle potenzialità esprimibili in relazione alla comprensione del linguaggio orale, alla produzione verbale, all’uso del pensiero verbale, all’uso dei linguaggi alternativi o integrativi;
e) sensoriale, esaminato, soprattutto, in riferimento alle potenzialità riferibili alla funzionalità uditiva, visiva e tattile;
h) motorio prassico, esaminato in riferimento alle potenzialità esprimibili in ordine alla motricità globale, alla motricità fine, alle prassie semplici e complesse e alle capacità di programmazione motorie interiorizzate;
i) neuropsicologico, esaminato in riferimento alle potenzialità esprimibili riguardo alle capacità mnestiche, alla capacità intellettiva e all’organizzazione spazio-temporale;
j) autonomia, esaminata con riferimento alle potenzialità esprimibili in relazione all’autonomia della persona e all’autonomia sociale;
k) apprendimento, esaminato in relazione alle potenzialità esprimibili all’età pre-scolare, scolare.
Chi lo redige: La sua compilazione spetta congiuntamente all’unità multidisciplinare dell’ASL, ai docenti curricolari e all’insegnante di sostegno con la collaborazione della famiglia.
Per quanto riguarda l’insegnante di sostegno, in questo momento egli dovrà cogliere le esigenze pedagogico-educative e tradurle nell’organizzazione metodologica e didattica, facendo interagire gli obiettivi educativi con quelli disciplinari propri dell’istruzione.
La scuola provvede ad elaborare:
- una descrizione funzionale relativa a ciò che sa fare l’alunno nelle varie aree;
- una successiva definizione degli obiettivi che l’alunno potrà presumibilmente raggiungere in ognuna delle aree.
I Servizi referenti dell’Azienda sanitaria provvedono ad elaborare:
- una descrizione delle potenzialità dell’alunno nelle varie aree;
- un’analisi di come l’alunno si pone in rapporto alle strategie operative.
Fonti del PDF sono: la Diagnosi Funzionale, il Fascicolo Personale, le informazioni della scuola precedente, le informazioni della famiglia, le osservazioni sistematiche
Quando viene redatto: Il PDF è elaborato una prima volta in seguito alla prima redazione della Diagnosi Funzionale. E’ obbligatorio aggiornarlo al termine della scuola materna, elementare, media e durante la scuola superiore. Nello specifico l’aggiornamento va fatto alla fine della 2^ e 4^ elementare, della 2^ media, nel biennio e nel 4° anno delle superiori. Spetta all’insegnante di sostegno ricordare l’attuazione di queste scadenze.
A cosa serve: serve ad indicare il prevedibile sviluppo che l’alunno handicappato può perseguire in tempi brevi (sei mesi) e medi (due anni). E’ utile quindi alla stesura del PEI per individuare le aree di intervento, le metodologie adeguate, e per ottimizzare le potenzialità dell’alunno.

PEI Piano Educativo Individualizzato
Che cos’è: è il progetto globale di vita dell’alunno che realizza l’integrazione, ossia la sintesi, fra il progetto educativo, riabilitativo e di socializzazione, senza la quale l’integrazione stessa diviene un insieme di interventi slegati e privi di progettualità.
Cosa contiene:;Contiene i progetti didattico-educativi, riabilitativi e di socializzazione individualizzati , le attività integrative scolastiche ed extrascolastiche.
E’ strutturato per aree: cognitiva, affettivo-relazionale, linguistica, sensoriale, motorio-prassica, neuro-psicologica, autonomia personale e sociale.
L’insegnante è tenuto a far valere la propria prestazione significando gli aspetti culturali, educativi e formativi nelle previsioni inerenti le varie attività e gli obiettivi stabiliti
Chi lo redige: è redatto su iniziativa coordinata degli organi comunali congiuntamente dagli operatori dell’USL, dal personale insegnante, dall’operatore psicopedagogico, in collaborazione con la famiglia.
Quando viene redatto: all’inizio di ogni anno scolastico; alla fine di ogni trimestre o nei tempi correlati con l’ordinaria ripartizione dell’anno scolastico, si devono verificare gli effetti degli interventi disposti a tutela delle potenzialità espresse dall’alunno handicappato, dei livelli di apprendimento e delle prestazioni educativo-riabilitative che dimostra di possedere.
A cosa serve: E’ utile alla conoscenza più approfondita dell’alunno al fine di ottimizzare gli interventi. Esso esplicita la programmazione didattica individualizzata ed esprime gli indicatori sulla base dei quali viene formulato dai docenti il giudizio sintetico espresso nella scheda di valutazione.
E’ di fondamentale importanza anche per documentare la richiesta eventuale di riduzione del numero di allievi nella formazione delle classi e l’assegnazione dell’insegnante di sostegno in deroga al rapporto 1/138;

NOMENCLATURA (dizionarietto) e modi di dire
Significati attribuiti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ai seguenti termini:
Menomazione: Qualsiasi perdita o anomalia transitoria o permanente a carico di strutture o funzioni psicologiche, fisiologiche e anatomiche
Disabilità: Qualsiasi restrizione o carenza, conseguente ad una menomazione, delle capacità a svolgere un’attività nel modo o nei limiti ritenuti normali per un essere umano
Handicap: Condizione di svantaggio in conseguenza di una menomazione o disabilità che limita o impedisce la possibilità di ricoprire un ruolo normalmente proprio a quella persona, in relazione all’età, sesso e condizioni socio-culturali. A questi la letteratura e la legislazione scolastica hanno aggiunto le locuzioni di:
Handicappato: Persona che in seguito ad evento morboso o traumatico intervenuto in epoca pre-peri-post natale presenti una menomazione delle proprie condizioni fisiche, psichiche e /o sensoriali che lo mettono in difficoltà di apprendimento o di relazione.
Svantaggiato Sostantivazione di “condizione di svantaggio legata a carenze familiari ed affettive, a situazioni di disagio economico e sociale, a divari culturali e linguistici dovuti a scarsità di stimolazioni intellettuali”
Le norme a tutela dei diritti delle persone in condizioni di handicap, dei mutilati ed invalidi si esprimono in termini di:
Portatori di handicap: Coloro che presentano una minorazione fisica, psichica, di relazione o di integrazione lavorativa e tale da determinare un processo di svantaggio o di emarginazione.
Handicap gravi: Qualora la minorazione, singola o plurima, abbia ridotto l’autonomia personale, correlata all’età, in modo da rendere necessario un intervento assistenziale permanente, continuativo e globale nella sfera individuale o di relazione.
Invalidi: Persone affette da minorazioni fisiche, psichiche o sensoriali che comportino una riduzione della capacità lavorativa
Nella pratica sono comunemente presenti le espressioni: “attività integrative” e “integrazione”. Con la prima s’intendono attività didattiche avviate con obiettivi di recupero, con la seconda il processo di inserimento dell’alunno handicappato nella scuola normale per l’integrazione scolastica e sociale. (Documento Falcucci genn. 75, L.517/77 – CM.227/75, CM.178/78)
Riguardo a “sostegno” ricorrono le seguenti locuzioni: “interventi di sostegno” (CM.250/85) s’intendono pratiche esercitate da personale docente fornito di titolo di studio a carattere psicologico o titolo di specializzazione.
“Attività ed iniziative di sostegno” (CM.178/78) tutte quelle promosse dai Consigli di Classe per recuperare ritardi negli apprendimenti.
E’ comunemente chiamato come “insegnante di sostegno” l’insegnante dotato di titolo di specializzazione (CM.199/79) da conseguire al termine di un corso teorico-pratico di durata biennale (DPR.970/75) i cui programmi sono approvati con Decreto (DM.226/95) sentito il Consiglio Nazionale della Pubblica Istruzione.
Pubblicato da daniela o commenti

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