martedì 28 agosto 2007

L’INSEGNANTE DI SOSTEGNO
La formazione
L’insegnante specializzato viene visto sempre più come un mediatore dell’integrazione e su questo aspetto si concentra l’attività formativa dei corsi, che puntano ad evidenziare gli aspetti di professionalità non tanto con interventi didattici per specifiche minorazioni, quanto con interventi didattici con tutta la classe e di consulenza a tutti i colleghi curricolari.
I punti cardini dei predetti corsi sono:
- l’integrazione scolastica deve impegnare tutti gli operatori scolastici;
- la formazione di un insegnante specializzato non esclude la riqualificazione di tutti gli altri docenti;
- i programmi devono essere concepiti come strumento di formazione iniziale e aggiornamento permanente e ricorrente.
Gli obiettivi sono quelli di “preparare docenti che agiscono come supporto ai colleghi per evidenziare i nodi metodologici e didattico-disciplinari in cui più si inceppa l’azione di educazione e istruzione nei confronti di soggetti in condizione di handicap”.
Secondo lo spirito degli attuali corsi di formazione, gli insegnanti di sostegno devono collaborare alla programmazione facendo interagire gli obiettivi educativi con quelli disciplinari propri dell’istruzione.
Il ruolo dell’insegnante di sostegno
L’insegnante di sostegno è un insegnante specializzato che viene assegnato, in piena contitolarità con gli altri docenti, alla classe in cui è inserito il soggetto diversamente abile per attuare “forme di integrazione a favore degli alunni portatori di handicap” e “realizzare interventi individualizzati in relazione alle esigenze dei singoli alunni”.
L’insegnante di sostegno ha un ruolo determinante nel processo di integrazione quanto più abbandona posizioni marginali e si prospetta come risorsa competente e mediatrice. Integrato nell’organizzazione della scuola, l’insegnante di sostegno non si limita al rapporto esclusivo con l’allievo in situazione di handicap, ma lavora con la classe, così da fungere da mediatore tra l’allievo disabile e i compagni, tra l’allievo disabile e gli insegnanti, tra l’allievo disabile e la scuola.
L’insegnante di sostegno dovrebbe lavorare con gli insegnanti di classe in sede di programmazione e di individuazione di strategie atte alla realizzazione di processi integranti di insegnamento. Nel team teaching, questo insegnante “speciale” si dovrebbe pertanto trovare a pianificare con i colleghi l’attività d’insegnamento per tutta la classe ed assumersi, in rapporto a sue specifiche competenze didattiche, alcune responsabilità d’insegnamento per i diversi alunni. Il compito dell’insegnante di sostegno dovrebbe essere quello di collaborare con gli altri insegnanti al fine di adattare il curricolo pensando a tutti gli studenti, esaminando i problemi che si potrebbero incontrare e sviluppando metodi di insegnamento e materiali che permettano il loro superamento e, trattando, nel fare ciò, le difficoltà dei soggetti disabili come aree problematiche del curricolo stesso più che bisogni speciali di un solo soggetto. Sempre in collaborazione con gli altri docenti dovrebbe partecipare alla programmazione del “quotidiano insegnamento”, contribuire alla scelta di strategie di insegnamento utilizzabili con tutta la classe e collaborare alla predisposizione dei materiali e dei supporti didattici facilitanti l’apprendimento dei diversi alunni, partecipare attivamente all’erogazione di insegnamenti nei confronti dell’intera classe. Unica eccezione alla sua partecipazione alle attività di elaborazione e verifica delle attività di competenza degli organi collegiali è quella che non può essere nominato commissario d’esame di stato, ma può assistere il candidato durante le prove.
Il docente di sostegno deve possedere:
capacità professionali: di ascoltare e fruttuosamente raccogliere le istanze dei colleghi, di essere da supporto ai colleghi nell’individuare i nodi metodologici e didattico-disciplinari in cui si inceppa l’azione di educazione-istruzione; capacità di individuare specifici bisogni personali, risorse potenziali dell’alunno e scegliere strategie di miglioramento e successo; far sperimentare al contesto educativo la dinamica delle esigenze degli alunni portatori di handicap; esperto della materia inerente l’integrazione scolastica con competenze relazionali, disciplinari e metodologiche Un appropriato CODICE DEONTOLOGICO. Un adeguato approccio professionale che permetta:
Competenze relazionali: doti naturali nella dimensione affettiva del rapporto educativo per soddisfare i valori prescritti a livello normativo di UGUAGLIANZA, PARI DIGNITÀ, SOLIDARIETÀ, RISPETTO DELLE DIFFERENZE … Deve saper interagire con diversi tipi di operatori, essere promotore di collaborazione tra questi e la famiglia, creare coesione tra i gruppi ed i soggetti. Agendo come osservatore esterno, pur essendo all’interno della classe, la sua azione si esplica come sostegno all’insegnante curricolare con una adeguata conoscenza della didattica e della metodologia, una preparazione psicopedagogia appropriata all’individualizzazione ed una sensibilità socio-relazionale aperta a tenere in considerazione gli agenti esterni alla prassi scolastica, la famiglia e gli operatori esperti.
Competenze e conoscenze disciplinari e metodologiche: che si esplica attraverso l’esaltazione della specializzazione nell'ottica di una mentalità rivolta all'INTEGRAZIONE privilegiando l'attività di natura educativa e la dimensione culturale delle capacità di argomentare in chiave soprattutto pedagogica. Le sue competenze devono permettergli di interpretare i linguaggi dei diversi operatori coinvolti, i rispettivi principi metodologici e le finalità senza confonderne le competenze. Deve essere in grado di valorizzare tutte le forme espressive, tenendo in considerazione sia l’intelligenza logico-astratta, che quella senso-motoria e pratica; deve dare la giusta importanza alla socializzazione sapendo approntare specifiche forme di attività che favoriscano l’inserimento del diversamente abile nel gruppo; deve essere in grado di redigere un programma educativo-didattico e un piano educativo individualizzato; garante di continuità scolastica e formativa; abile nel circoscrivere i problemi, progettare e definire ipotesi di soluzione, sensibile alla ricerca e sperimentazione, soggetto ad aggiornamento continuo; promotore di tutte le iniziative adottate dagli organi collegiali per colmare i diversi bisogni tra gli alunni e superare gli scompensi rilevati negli apprendimenti medianti accorgimenti metodologici ed interventi individualizzati atti a favorire il raggiungimento degli obiettivi prefissati.
L’attività essenziale è di natura educativa, ma la dimensione culturale delle sue capacità di argomentare in chiave pedagogica deve essere estesa anche alla dimensione clinica onde evitare una sudditanza della prima nei confronti degli operatori medici e terapeutici.

I requisiti dell’insegnante specializzato sono:
Avere una visione generale, giuridica e pedagogica, sociale e pedagogica, di cosa significhi integrazione scolastica di soggetti in condizione di handicap.
Saper facilitare gli scambi relazionali dentro e fuori la classe.
Saper programmare a partire da un’analisi delle priorità fino alla sintesi degli interventi.
Adottare elasticità nella dinamica delle situazioni da affrontare, nelle proposte operative, nell’adozione della sperimentazione.
Saper difendere i diritti delle persone deboli.
Prevedere l’autoririflessione ed il feedback nella propria condotta professionale.

E’ necessario che l’insegnante di sostegno sia animato da un surplus di vocazione che gli permetta di superare sia le frustrazioni legate alla professione docente che quelle dovute alle contingenze proprie dell’handicap. Il docente di sostegno si trova coinvolto in prima persona dalla condizione di handicap, con le frustrazioni che ne possono derivare, dal rapporto privilegiato ed individualizzato con l’alunno, dalle istanze che gli giungono dai colleghi curricolari, dalla famiglia, dagli operatori psico-sanitari .Ecco che il docente demotivato potrebbe non resistere a lungo. Deve essere in grado, grazie anche alla sua professionalità, di trasformare rassegnazione, emarginazione, scarsa considerazione da parte dei colleghi e della dirigenza, inadeguato appagamento delle aspettative personali, in successo e gratificazione, ambizione ed orgoglio. Deve avere qualità morali, che inducono all’impegno, alla disponibilità all’apertura verso il prossimo. Le competenze assunte dal docente devono unire nel docente il carattere etico della professione con il requisito umano della morale. Possiamo così riassumerle:
- riguardano la sfera dei rapporti umani (con allievi, colleghi, istituzioni, genitori, per la definizione e risoluzione di conflitti, la capacità di motivare e negoziare, partecipare alla coordinazione di progetti, ecc.
- coinvolgono l’aspetto proprio personale (nella capacità di assumere decisioni risolutrici, con l’esercizio alla riflessione autocritica, abituando alla flessibilità di pensiero e creatività operativa,…)
- coinvolgono l’aspetto professionale (qualificando la presenza in aula con i suggerimenti innovativi, proponendosi come ricercatore e sperimentatore di didattiche e metodologie, responsabilizzandosi a fronte della qualità del proprio lavoro, …).
Il docente di sostegno deve saper cercare risorse nel mondo esterno attraverso le attività extraculturali e traversali, di continuità didattica ed orientamento, proiettando l’alunno oltre il tempo scuola e quindi favorendo così una sua crescita.
Deve saper coniugare la libera iniziativa dettata dalle circostanze con l’osservanza delle disposizioni socio-istituzionali e con il rigore sperimentale attribuito alla prassi nella relazione per l’apprendimento. L’atto di docenza può essere paragonato all’esperimento scientifico: si ipotizza un risultato, si programma un’applicazione, si verifica, ma tenuto conto della materia aleatoria con cui si ha a che fare , non può mai essere determinante l’obiettivo stabilito ai fini di considerare completato il proprio lavoro. Mai dare per scontato il prodotto, né fermarsi al livello raggiunto, sia questo un progresso-successo, sia un regresso-insuccesso. Deve avere un atteggiamento ottimistico che gli consenta di partire da ciò che c’è e non da ciò che manca.
CRITERI PEDAGOGICI: una teoria della specializzazione trova i suoi fondamenti nei concetti di integrazione e sostegno. L’evoluzione dei processi di scolarizzazione degli alunni diversamente abili mediante l’accoglienza in classi ordinarie è dovuta a criteri pedagogici adottati istituzionalmente e consolidati nella pratica.
FALCUCCI CM. 227/75: La scuola si fa carico del problema dell’emarginazione, anche se ciò può significare rivedere il raggiungimento delle mete culturali minime in virtù di un grado di maturazione raggiunto riconoscendo a pieno titolo qualsiasi tipo di apprendimento, sia esso dovuto ad intelligenza logico/astratta o senso/motoria oppure al processo di socializzazione.
Pubblicato da doris o commenti

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